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Fumetti d’Arte: Guido Crepax

10/06/2008 30179 lettori
5 minuti

Quando parliamo di fumetto sofisticato, è d’obbligo redigere la capacità di saper convogliare uno stile atemporale con l’essenza stessa di ciò che diventa originalità, tipica del fumetto destinato ad essere un cult. Inevitabilmente, le sorti riversate nel pregio tipico del pittore sembrano essere le uniche "qualità maledette" che possono essere garanti di un successo di pubblico destinato ad essere immutabile, per raffinatezza e devozione. Il panorama del fumetto nazionale italiano è, indiscutibilmente, il fulcro di questa esclusiva casta di illustratori che devono la propria meritata gloria all’estro originale di chi ha vissuto tra le tele e i pennelli, in loculi impoveriti da un mestiere che raramente impartisce oneri di facili consensi, laddove la ricercata originalità si fonde con la sregolatezza di chi assorbe un cliché che vuole essere vero e proprio dogma artistico. La vita di Amedeo Clemente Paul Marino Modigliani (Livorno, 12 luglio 1884-Parigi, 24 gennaio 1920) è esattamente la sintesi di un talento plasmato dalla quotidianità fatta di rigido conformismo e scoperta, dove l’arte non vuole essere il fine, ma il tramite con la realizzazione dello stesso stile inseguito.

Modì (pseudonimo del pittore) nasce a Livorno, da umili origini; il padre Flaminio Modigliani subì una bancarotta per un’impresa di mezzadria in Sardegna, mentre la madre Eugène Garsin, di natali francesi, crebbe i quattro figli nell’educazione tipica dell’Italia di fine ottocento. Un talento che il piccolo Amedeo mise in mostra, negli innumerevoli disegni esibiti con cura e dedizione ai parenti. Di salute cagionevole, fu proprio dopo un attacco violento di polmonite che a soli 14 anni impose la promessa fatta alla stessa madre di iniziare la sua vita unicamente all’arte. Cosa che fece, iscrivendosi alla Scuola liberale di Nudo a Firenze, nel 1902, dopo un apprendistato nello studio di Guglielmo Micheli. Una violenta voglia di esprimere l’intimo del segno, in lavori eseguiti in pochissime sedute, senza mai ritoccare l’esito finale. Questa è la caratteristica di un pittore plasmato dall’umanità dell’artista-uomo, non dal pittore celebrato. Volti e fisionomie che si riversano nell’estro di uno dei disegnatori più conosciuti nel panorama di una produzione fumettistica di alto pregio, in Guido Crepax.

Nato a Milano, il 15 luglio 1933 (Crepas all’anagrafe), inizia la sua attività di disegnatore come grafico pubblicitario, mentre consegue una laurea in Architettura (1958) che lo porterà ad avvicinarsi a quell’élite di pubblico successo nelle collaborazioni per posters e case discografiche. Celebre è la campagna della Shell, che lo porterà a vincere l’ambito premio La Palma d’Oro nel 1957.

Dopo aver rivalutato la propria capacità illustrativa in riviste mediche, curandone le copertine, l’estro fumettistico di Crepax inizia con il celebre personaggio di Valentina Rosselli, ispirata all’attrice del film muto Louise Brooks. Fisionomie longilinee, dai tratti assorbiti da una trama dove psichedelica e visionario erotismo possono trovare un compromesso nella maturità del pubblico. Testi non sempre al centro della comunicativa, dove il contesto vuole essere rimandato in un concetto di tempo quasi assente, come temi rimandati ai quadri dello stesso Modigliani, in figure femminili prostrate al gioco dell’ego maschile, forse banale nella troppa semplicità di schemi mentali devoti a un sesso ricercato nel feticismo, dove la tematica del nudo sembra essere l’elemento inviolabile da chi rinnega l’artisticità del vero stile.

Ci sono un paio di opere che possono rimandare il realismo meno visionario di Crepax all’estro del pittore; Ritratto di donna con cravatta nera (1917) e Ritratto di Lunia Czechowska (1919). Fisionomie ricercatamente umane e raffinate, dove il realismo dell’artista vuole abbandonare un’eccentricità plasmata forse più nel disagio esistenziale dell’artista, riflettendo lo stesso periodo "depressivo" dedito all’eccesso dell’ashis e all’alcool e alla sregolatezza del genio di Modigliani, nel lungo soggiorno parigino. Si rivendica quella trasfigurazione nelle forme femminili estremizzate quasi in una caricaturalità esuberante, dove si possono trovare elementi di superficiale attinenza con l’estro di Botero, vedi Ritratto di Giovinetta (1915) e Nudo coricato con le mani unite (1917). Elementi assorbiti dal periodo dedito alla scultura, dove la ritrovata originalità di stile rimandano frequenti richiami all’arte dai canoni egizi, in quell’avant-garde francese dalle forti influenze cubiste di Picasso. Sono opere scolpite in pietra, prevalentemente volti e nudi femminili caratterizzati dalla produzione definita le Cariatidi, collezione composta in sette pezzi originali.

Crepax rimane, quindi, l’esponente più incisivo verso l’immaginario artistico di un universo femminile diviso dalla sfera carnale e spirituale, rivalutando i pregi in altre produzioni quali Belinda, Bianca, Francesca e Anita, quest’ultima ispirata all’attrice prediletta da Federico Fellini, Anita Ekberg. Gli stessi disegni del regista hanno un forte ascendente con il talento del pittore, vedi i punti più caratteristici ne L’Ebrea (1918) e Renèe (1916).

La produzione di Crepax ha poi attinto in classici dell’erotismo quali l'Histoire d’O, Justine e Emmanuelle, rivalutando la sensualità dell’eros in lavori che hanno definito il meglio di un disegnatore che rimarrà nei grandi del fumetto italiano e mondiale, venuto a mancare a Milano, il 31 luglio 2003.

Di seguito, tutte le opere pubblicate dall’illustratore, distribuite in Francia, Brasile, Spagna, Germania, Giappone, Stati Uniti, Finlandia e Grecia :

 

 

 

 

 

Altre eroine di Crepax

 

 

 

 

La casa matta - (Bianca, una storia eccessiva)

 

Anita, una storia possibile

Histoire d'O

Emmanuelle

Justine

La nouvelle Justine

Hello, Anita!

Belinda 1&2

I viaggi di Bianca

Venere in pelliccia

Bianca 2. Odesseda

Emmanuelle l'antivergine

Eroine alla fine: Salomé

Crepax 60|70

L'astronave pirata

Il dottor Jekill

Circuito interno

Casanova

L'uomo di Pskov

L'uomo di Harlem

La calata di Macsimiliano XXXVI

Conte Dracula

Dr.Jekyll e Mr.Hide

Giro di vite

Le clinicommedie

Il processo di Franz Kafka

Justine

Frankenstein

Valentina

Valentina speciale

Valentina con gli stivali

Ciao Valentina!

Valentina nella stufa

Diario di Valentina

A proposito di Valentina

Valentina in giallo

Valentina assassina

Ritratto di Valentina

Riflesso di Valentina

Valentina pirata

Valentina sola

Valentina, storia di una storia

Per amore di Valentina

Io Valentina, la vita e le opere

Nessuno

Valentina e le altre

Valentina, la gazza ladra

Valentina a Venezia

E Valentina va...

Al diavolo, Valentina

In arte... Valentina

Valentina

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.